I reni svolgono l’importante funzione di depurare l’organismo da tutte le scorie accumulate quotidianamente (è qui per esempio che si origina il ciclo dell’urea). I reni però sono implicati anche nel controllo e nella sintesi della vitamina D, sostanza importante per la salute delle ossa, per il mantenimento di un corretto livello di ferro nel sangue e per il controllo della pressione. Impariamo allora a conoscerli meglio.
Reni: quando qualcosa non va
Non è facile accorgersi di qualcosa che non va con i reni. Questi organi, in perenne funzione, spesso non manifestano la loro sofferenza se non nel momento in cui la situazione di scompenso diventa abbastanza pronunciata. C’è da dire anche che è possibile vivere con un solo rene anziché due. Se questi organi funzionano male, il fatto di lavorare in coppia o che uno sia messo meglio rispetto all’altro, può contribuire a scoprire delle eventuali patologie quando esse hanno ormai raggiunto un certo livello di visibilità.
A prescindere da ciò comunque dovremmo riconoscere dei campanelli d’allarme nella stanchezza cronica o nei gonfiori sospetti che interessano le zone delle caviglie e degli occhi. Questi disturbi, facilmente sottovalutati, sono a parere dei nefrologi spesso indicativi di una situazione poco chiara nonché patologica.
Accertare una patologia: come procedere e come curarsi
Per accertare una patologia a carico dei reni è ovviamente necessario sottoporsi ad una serie di esami medici. Gonfiori e stanchezza cronica insomma sono solo degli indizi dato che possono essere sintomatici anche di altre situazioni.
Esami funzionalità renale
Diciamo inoltre che intervenire per tempo può essere fondamentale per garantirsi la guarigione e comunque una buona qualità della vita. A tale scopo il medico generico, opportunamente allertato, suggerirà al paziente di sottoporsi ad un test dell’azoto ureico nel sangue o al test dell’azoturia urinaria. Insomma niente di particolarmente fastidioso, in ogni caso per approfondimenti sul test dell’azoturia è possibile informarsi sul sito salute33.com.
Questi test clinici, a dirla tutta, andrebbero effettivamente eseguiti periodicamente da ciascuno di noi, anche dai soggetti sani o apparentemente tali. Ammesso anche che non si abbia intenzione di sottoporsi ad un check-up periodico, il suggerimento è quello di adottare tale prassi almeno quando si rientra nella categoria dei soggetti a rischio. Un esame annuale in questo caso permetterà di riscontrare e bloccare sul nascere eventuali malattie.
Soggetti a rischio
Sicuramente i malati di diabete, gli obesi, gli individui che hanno ormai superato i 65 anni di età, gli ipertesi e gli affetti da dislipidemie. Nel caso in cui si abbia già una certa familiarità con le patologie renali o si tema di poter rientrare nella categoria dei soggetti a rischio, il consiglio è quello di correggere immediatamente la propria alimentazione concedendo molto spazio alle proteine vegetali, limitando l’uso del sale e di altri condimenti potenzialmente dannosi. Inutile dire inoltre che bisognerà intervenire sul peso praticando anche un po’ di attività fisica.
Patologie renali nella donna
L’organismo femminile è, almeno sotto certi punti di vista, un po’ più complesso e delicato rispetto a quello maschile. Le donne così, relativamente ai disturbi nefritici, possono essere considerate tendenzialmente più esposte al rischio di malanni ed accidenti di varia natura. Alcune patologie infatti affliggono percentualmente soprattutto il gentil sesso (è per esempio il caso della nefropatia lupica e di certe infezioni renali).
Molte malattie dei reni sono inoltre strettamente connesse alla gestazione o comunque alla possibilità di rimanere incinta. Questo non significa che le donne debbano temere la gravidanza, anzi. I continui esami medici a cui ci si sottopone in questo lasso di tempo servono anche a riscontrare immediatamente eventuali disturbi ed ad agire di conseguenza risolvendo il problema ed evitando che la vita di madre e bebè si discosti dalla normalità.
La malattia renale cronica però può influire anche sulla fertilità della donna o, quando non si agisce per tempo, sulla salute di madre e feto. In alcuni casi infatti si può riscontrare un aumento della pressione, la necessità di ricorrere ad un parto pretermine o qualche episodio di preeclampsia.
Le donne in dialisi hanno poi minori possibilità di concepire, ma non è comunque detto che un giorno non possano diventare mamme. Più fortunate sono le signore che hanno invece subito un trapianto del rene. La loro situazione va costantemente monitorata, ma le probabilità di mettere al mondo una vita sono per loro tutto sommato abbastanza alte.
Ci sembra utile ripetere a questo punto che molte patologie a carico dei reni scoperte o insorte durante la gravidanza possono comunque essere facilmente curate e tenute sotto controllo. Non c’è quindi motivo alcuno di temere o di negarsi la gioia della maternità.