Barba di Becco: proprietà e benefici

Barba di Becco

Una pianta erbacea dalle importanti proprietà benefiche è la Tragopogon pratensis, meglio nota con il nome di barba di becco. Facilmente riconoscibile dai suoi fiori gialli con le foglie strette e lunghe che sbocciano intorno al mese di giugno, questa particolare erba in passato veniva apprezzata per le proprietà diuretiche, mentre oggi, grazie ai suoi estratti, ha numerosi altri campi di applicazione.

Oltre a quelle relative alla salute la barba di becco è utilizzata, ne suoi fiori e nelle foglie, anche come parte di insalate miste, essendo tranquillamente commestibile.

I benefici della barba di becco

Come abbiamo anticipato sono diversi i benefici prodotti sull’organismo da parte della barba di becco; vediamo quali sono i principali. Come accennato ci sono gli effetti depurativi derivati dal decotto fatto con le radici di questa pianta. Sempre le radici favoriscono la sudorazione, disintossicando l’organismo e rivelandosi ottimo contro i reumatismi, l’arteriosclerosi e la gotta.

Per combattere l’attività svolta nell’organismo dai radicali liberi (soprattutto nella salvaguardia del cuore) la barba di becco si rivela decisiva grazie alle proprietà antiossidanti. In questo senso il suo utilizzo è ottimo contro le verruche, da applicare tramite succo, e contro la tosse, in quanto la barba di becco ha importanti proprietà calmanti e liberanti per le vie respiratorie.

Troviamo benefici della barba di becco anche contro il diabete in quanto la presenza di inulina permette di consumare queste radici dal sapore dolciastro senza aumentare i livelli di glucosio che si renderebbero pericolosi per coloro che soffrono di diabete.

L’olio essenziale

Sono 58 i composti riscontrati dall’apposita analisi chimica sull’olio essenziale della pianta della barba di becco; approfondendo l’analisi si è scoperto come questa erbacea abbia importanti proprietà antibatteriche, mentre il fiore contiene la luteina, il carotenoide, la violaxantina e l’allocantina.

Cosa c’è da sapere

L’utilizzo della barba di becco risale fino all’antichità quando venivano macinate, dopo essere state essiccate, per ottenere una polvere molto fine con la quale preparare una bevanda simile al caffè. Rimanendo sempre nell’ambito della medicina popolare va ricordato come il succo che veniva estratto dalla pianta è stato a lungo utilizzato per la cura dei disturbi al fegato, alla cistifellea e allo stomaco. Per consumare la barba di becco bisogna considerare che le radici si anneriscono in maniera rapida; per questo motivo conviene cuocerle subito altrimenti meglio lasciarle in un contenitore con limone e acqua. Le radici possono essere gustate sia saltate al burro o anche come condimento delle frittate.

Il curioso nome di barba di becco sembra che possa derivare da una parola di origine longobarda (bikk) e che significherebbe caprone. Il nome botanico, invece, fu coniato da Dioscoride in quanto il fiore è filamentosa e può ricordare la barba del caprone. Per questo motivo si è giunto al nome tragopogon, dal greco tragos (caprone) e pogon (barba).

In Italia è possibile trovare le piante di barba di becco nei luoghi con un’altitudine superiore ai duemila metri, solitamente nei prati grassi e umidi. Non si trova, invece, nelle isole. Questa pianta è oggi utilizzata per la realizzazione di creme con diverse proprietà benefiche nel settore della cosmetica.